Cos'è il mizuhiki
Il mizuhiki è un materiale tradizionale giapponese, unico nel suo genere, le cui origini risalgono a oltre 1400 anni fa. Viene realizzato attorcigliando la carta giapponese (和紙 washi) fino a formare dei sottili cordoncini, su cui viene poi applicata una colla a base di acqua per conferire solidità e resistenza; una volta asciutti la lavorazione prosegue con la colorazione e, infine, con l’avvolgimento di un rivestimento di filamenti di seta, o recentemente anche nuovi materiali come il mylar, per aggiungere flessibilità e lucentezza. Il prodotto così ottenuto è il filo mizuhiki, che viene lavorato dall’artista per la realizzazione delle sue creazioni. La fabbricazione del mizuhiki si basa su tecniche radicate nella storia giapponese, ed infatti la colorazione dei fili è fatta con procedure simili a quelle della tintura dei kimono.
La storia del mizuhiki comincia nell'antico Giappone da fibre ricavate dalla corteccia del gelso, che venivano usate inizialmente come doni per gli dèi e in seguito impiegate invece per legare le offerte a loro dedicate. Quando la tecnologia della fabbricazione della carta fu introdotta in Giappone, intorno al settimo secolo, si sviluppò la produzione di fogli basati sulle fibre di gelso (carta washi) che portò poi alla creazione di cordoncini intrecciati che presero il nome di mizuhiki.
Il mizuhiki era prezioso e sacro, veniva infatti inizialmente utilizzato nei riti religiosi e nei cerimoniali di corte, ma divenne successivamente popolare tra l'élite del paese per sigillare lettere e doni destinati a persone importanti.
Nella cultura giapponese è radicato il concetto di eleganza basata sulla discrezione: ciò si rispecchia ad esempio nell’abito tradizionale, il kimono, che fascia e nasconde quasi tutto il corpo valorizzandolo però con raffinatezza. Questo pensiero è espresso anche al momento di incartare i regali, che nell’usanza giapponese vengono confezionati avvolgendoli in furoshiki (風呂敷 una stoffa tradizionale) o in carta washi.
Quando in Giappone si vuole fare un regalo speciale si aggiunge inoltre una decorazione fatta con il mizuhiki, spesso con combinazione di colori rosso e bianco, o dorato e argentato, aventi significato di buon auspicio. Anche quando si donano dei soldi, cosa che avviene in particolari occasioni e celebrazioni, la tradizionale busta in cui viene incartato il denaro, chiamata Kinpu (金封), è in genere abbellita con decorazioni mizuhiki fatte secondo motivi augurali tradizionali o riproducendo forme naturali simbolo di felicitazioni (ad esempio la gru, il pino o il fiore di susino).
Nel corso dei secoli sono state sviluppate molte tecniche di intreccio e legatura del mizuhiki, ognuna con un proprio significato. I colori e il numero di cordini usati nelle creazioni sono stati infatti selezionati e codificati in base alla destinazione d’uso. I nodi del mizuhiki sono ricchi di significato, e simboleggiano la connessione con il potere divino e auspici di felicità. Anche oggi, i santuari giapponesi offrono amuleti fatti di mizuhiki.
Nel Giappone contemporaneo il mizuhiki, pur continuando ad essere utilizzato per decorare doni e nei rituali religiosi, è divenuto un materiale di tendenza impiegato per creare gioielli, accessori per capelli, complementi d’arredo e molto altro ancora.
Attualmente sono disponibili fili per mizuhiki di vario tipo e in oltre 300 colori. La maggior parte dei fili è ormai prodotta meccanicamente, ma la realizzazione degli intrecci non può essere eseguita con mezzi automatici; perciò, le creazioni in mizuhiki vengono fatte esclusivamente a mano al 100%. Poiché le tecniche di manipolazione sono estremamente complesse e il materiale assai delicato, una creazione in mizuhiki non può essere sciolta e rimaneggiata una volta completata senza danneggiarne i fili.
La lunghezza di un filo mizuhiki è fissata a 90 cm, dimensione che corrisponde alla larghezza di un armadio tradizionale dove vengono conservati i kimono. L’uso di dimensioni prestabilite ricorre spesso nell’arte e nella cultura giapponese, come ad esempio nei poemi giapponesi waka(和歌)in cui si usa un numero prestabilito di caratteri. La necessità e l’implicita difficolta dell’esprimere un’arte rispettando limiti precisi incarna il concetto di ricerca della bellezza senza eccessi.
Esistono varie teorie circa l’origine del nome mizuhiki (水引), ma secondo quella più accreditata il termine deriva dal metodo di fabbricazione in cui una striscia di carta washi viene immersa in acqua (水 mizu=acqua) e poi tirata fuori (引 hiki=tirare) per la lavorazione.